martedì 9 ottobre 2012

La crisi ci farà cambiare

Il periodo che noi giovani stiamo attraversando dura ormai da troppo tempo, il lavoro non si trova da nessuna parte come la visione di un mondo migliore che si è andata spegnendo in questi anni.
Ormai si tira a campare, si vive (sopravvive) alla giornata. Non riuscendo a vedere neanche la direzione da prendere per migliorare (anche di poco) la nostra condizione.

La rassegnazione ormai ci accomuna, ci rende schiavi e passivi. Un uomo rassegnato è inutile alla società, a se stesso e alle persone che ha accanto.  Ci hanno fatto credere, in 20 anni di berlusconi, che la vita era semplice che ogni sogno era realizzabile, che bisognava seguire sempre la strada più facile per arrivare mentre sotto sotto ci stavano mangiando la terra dove camminavamo, ci stavano mangiando il nostro futuro.

Ci viene rimproverato che dobbiamo metterci in gioco, che bisogna inventarsi sempre qualcosa. Ma la cosa peggiore che ci viene detta è che (non lavorando) ci stiamo mangiando i risparmi di una vita dei nostri genitori.

Il discorso è complesso però si dimentica un piccolissimo dettaglio. Fino a 20/25 anni fa le persone entravano nel mondo del lavoro con la certezza che dopo qualche anno il loro contratto di prova diventava indeterminato. E con un contratto indeterminato se non puoi comprare una cosa questo mese sai (IO NON LO SO) che la potrai comprare dopo.
Oggi la certezza è che indeterminato non diventerà MAI. Oggi la certezza sta nell'incertezza. Come possiamo pensare di fare una famiglia, crescere dei figli, comprare una casa se non abbiamo un minimo di tranquillità economica?

Dobbiamo riuscire a cambiare le cose in qualche modo. E come? Magari avessi la risposta. Penso però che sia importante riuscire a guardare oltre, a cercare angolazioni diverse (nuove). Penso che il nostro tenore di vita scenderà di parecchio e per questo bisognerà impostare la nostra vita diversamente. Bisognerà considerare l'AVERE sempre meno per dare molta più importanza all' ESSERE.